Il Body Flying non è solo lavoro, non è solo fitness, non è solo allenamento: quando inizi un percorso formativo per una nuova disciplina la curiosità è tanta, ti sfidi, ti metti in gioco, ma soprattutto ti diverti.
Come insegnante di Yoga e Pilates ho scoperto e mi sono avvicinata a questo allenamento in sospensione con diffidenza, ma allo stesso tempo con curiosità.
Ritornare ragazzini, ricordando quando nel cortile della scuola giocavi a fare le capriole sotto lo scivolo o ti divertivi sull’altalena: il Body Flying ha risvegliato anche questo!
Così, in un’estate qualunque, dove la grande passione per la natura ti porta in montagna, luogo affascinante e armonioso, ti domandi cosa mettere in valigia.
Nel dubbio, tra tutti gli abiti di cui sicuramente ne userai la metà, i quindici paia di scarpe che: “non si sa mai”, decidi di infilarci anche la tua amaca, pigiata in un angolino di quel trolley che si chiuderà solo se ti ci sederai sopra…
E così iniziano le tue ferie, i primi giorni di riposo e poi le prime gite: hai un bosco vicino casa, inizi la tua passeggiata, zaino in spalle con qualche bene di prima necessità. Prima di partire, decidi di portare con te tua cugina di sette anni e il suo amichetto di sei, che titubanti ti seguono per un sentiero stretto e in salita, fino ad arrivare all’area giochi in mezzo alle betulle.
E’ arrivato il momento sosta, la zona ludica dove puoi farli scatenare, dove li devi intrattenere …e così il lampo di genio, c’è una struttura di legno di un’altalena, il caso vuole che seggiolino e corde manchino, e per fortuna in quello zaino hai portato la tua amaca Body Flying.
Da quel momento capisci ancor di più che fortuna hai avuto quel giorno dove ti sei incuriosita con quel nuovo attrezzo e quel nuovo modo di allenarsi: in pochi minuti le corde fissate alla trave, in pochi secondi la stoffa e le manopole agganciate, e le due ore seguenti trascorse a fare la conta su chi dei tre dovesse salirci.
Complice la giornata di sole, l’ombra delle betulle, le risate dei bambini e la gioia sui loro volti, mi sono presto accorta quanto semplice e naturale sia stato creare un’esperienza che a distanza di sei anni sia ancora viva e forte nei miei ricordi.